L'olivicoltura in provincia di Treviso è praticata nella fascia pedemontana interessando circa 600 ettari della superficie agraria utilizzata. La produzione di Olio Extravergine d'Oliva di questo contesto territoriale si connota per caratteri propri che la distinguono da quella di altre regioni italiane. Pur nella sua dimensione relativamente piccola, essa suscita un crescente interesse sia nel tessuto produttivo locale, cuore pulsante di un'economia vivace e di successo in campo vitivinicolo, sia in quello nazionale per la qualità degli oli ottenibili e per il suo primato di posizione geografica che risulta tra i più settentrionali d'Europa per la coltivazione dell'olivo. Si tratta di un settore produttivo giovane e dinamico, pur segnato da un profondo legame con la storia locale che si legge ancor oggi nei toponimi e nelle pieghe del paesaggio rurale pedemontano, per questo aperto all'innovazione ed in sintonia con lo spirito imprenditoriale dell'area, notoriamente incline a trovare risposte anche in termini di successo economico.
Lo stato attuale dell'olivicoltura trevigiana
La superficie agricola della provincia di Treviso interessata dall'olivicoltura è contenuta in circa600 ettari, ma registra una tendenza positiva di costante sviluppo che si concretizza con la messa a dimora di alcune decine di migliaia di piante di olivo ogni anno.
Un fenomeno, quello dell'olivicoltura, che va in controtendenza rispetto alle altre colture arboree da frutto della nostra regione e offre interessanti possibilità d'integrazione e di complementarietà con la viticoltura. Attualmente le olive sono trasformate in due frantoi ubicati a Cavaso del Tomba e Vittorio Veneto. La produzione di olive ha toccato i 5.500 quintali nel 2009 ma, per effetto dell'entrata in produzione dei giovani impianti che annualmente vengono realizzati, si stima che nell'arco di un quinquennio la produzione dovrebbe più che raddoppiarsi. Essendo un settore giovane, manifesta anche i tratti di un'esperienza in divenire, con i segni di approssimazioni tecniche che, in parte, non sono del tutto sanate. Pur con queste scalfitture il profilo generale dell'olivicoltura è pregievole ed offre concrete possibilità di determinare un vero e proprio “modello” di alto interesse e di grande efficienza. Per raggiungere questa posizione è tuttavia necessario impostare un nuovo sistema di sviluppo basato su solide basi tecniche.
Perché un nuovo frantoio
Senza nulla togliere alle strutture attualmente in funzione, la realtà olivicola trevigiana necessita di un processo tecnologico legato alla trasformazione di maggiore efficienza in termini di capacità lavorativa e di controllo della qualità di processo.
Per far fronte alle difficoltà manifestate, legate all'andamento dello sviluppo del settore, è nata la volontà di costituire un nuovo soggetto, organizzato in cooperativa agricola, per cogliere le istanze e dar corso alle aspettative di una parte degli imprenditori olivicoli locali orientati verso l'innovazione e la costante ricerca di avanzate prospettive di qualità.
Il nuovo frantoio è stato quindi progettato mettendo a frutto l'esperienza già maturata nel contesto territoriale innestando, su questo livello di conoscenza, il più evoluto sistema di elaiotecnica e un modello di rispetto ambientale e di utilizzo delle risorse disponibili. Si tratta di una struttura innovativa studiata per meglio affrontare le esigenze della produzione e di quella prevedibile in lunga prospettiva rispettando i requisiti del tessuto produttivo attuale e quindi dei singoli produttori indipendentemente dalle dimensioni dei loro oliveti.
Il frantoio “Reitia” (nome di un'antica divinità femminile venerata dalle antiche popolazioni Venete) si articola in diverse componenti connesse tra loro da linee multifunzionali.
Oltre agli aspetti strettamente legati all'estrazione dell'olio i locali sono pensati per:
- la gestione dei reflui compatibile con soluzioni alternative, dall'utilizzazione agronomica e stoccaggio in sicurezza delle sanse, al loro utilizzo energetico, alla loro utilizzazione industriale (estrazione di polifenoli e sostanze utili all'industria farmaceutica)
- consentire attraverso le soluzioni di layout un'ampia visibilità di tutte le fasi di lavorazione osservabili da posizioni sicure (soppalco con vetrata e corridoio vetrato) accessibili dagli stessi produttori e dai visitatori esterni come scolaresche, consumatori o turisti
- monitorare ogni operazione attraverso una sofisticata sensoristica in grado di registrare tutte le fasi di lavorazione per singola partita: ciò sarà funzionale alla tracciabilità delle produzioni. L'importanza di questo sistema di controllo non sarà solo connessa alla tracciabilità ma anche per la creazione di una banca dati dedicata al miglioramento qualitativo dell'olio, estendendo a monte ed a valle del processo informazioni mirate e disponibili rispettivamente per il servizio di assistenza tecnica in campo e di marketing e comunicazione per la partecipazione dei consumatori
- garantire la protezione del prodotto in un'area di stoccaggio interrata al fine di mantenere una costante termica dell'ambiente impegnando minori risorse energetiche
- adottare risorse energetiche alternative come l'impianto di riscaldamento con l'utilizzo di biocombustibili e l'installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto dello stabile
- la politica di sistema: connessa al frantoio è inserita un'area dedicata alla trasformazione anche di altri prodotti del luogo ed alla loro vendita potendo così intercettare le esigenze di commercializzazione anche da parte di soggetti non direttamente coinvolto nella cooperativa
Un esempio di Join-venture
La Cooperativa “Reitia”, per perseguire le sue finalità statutarie, ha instaurato una collaborazione con un imprenditore privato per giungere ad un risultato comune, ovvero, quello di realizzare una struttura altamente significativa e di riferimento territoriale in grado di attirare l'attenzione di un vasto e articolato pubblico che porterà vantaggio ad entrambi i soggetti. La struttura, appositamente progettata per soddisfare le esigenze tecnologiche del frantoio e delle sue attività collegate, sarà realizzata da questo imprenditore privato conformemente alle indicazione dei soci, mentre la tecnologia di trasformazione e la gestione delle attività di frantoio sarà a totale carico della Cooperativa “Reitia”. Un esempio davvero nuovo nel monotono panorama agricolo.
L'impegno finanziario
Il progetto nel suo complesso richiede un investimento di circa € 750.000 diviso tra i soggetti coinvolti con una quota di circa €300.000 acarico della cooperativa.
Le macro voci di costo
- struttura comprendente la zona di trasformazione, la zona di stoccaggio di olio extravergine, la zona per le attività di socializzazione e di formazione, la zona di trattamento dei reflui, l'area di movimentazione dei mezzi, la zona per il confezionamento, la zona degli uffici amministrativi e dei servizi, la zona di altre trasformazioni ai fini alimentari
- l'impianto di trasformazione è composto da defogliatore, lavatrice, frangitore, moduli di gramolatura atmosphera, estrazione, separazione, pesatura, separazione del nocciolino ed i mezzi per la pulizia e la gestione